Brandrup e Pession per la storia che divise l’Italia negli Anni 20
S.N.
TORINOCanella o Bruneri? Una vicenda di cronaca tutta italiana, quella dello smemorato di Collegno, che in passato ha ispirato Pirandello (Come tu mi vuoi), un film con Totò, uno sceneggiato tv di Pasquale Festa Campanile (Uno scandalo perbene), il romanzo Il teatro della memoria di Leonardo Sciascia. Un fatto di cronaca che spaccò in due il Paese, il mondo politico, quello intellettuale e religioso. Uno scandalo che ancora oggi si presta bene a riassumere l’Italia dagli Anni ‘20 in poi, e su cui ora punta Rai Fiction con la mini serie in due puntate per Raiuno che si sta girando in questi giorni nell’ex manicomio di Collegno, alle porte di Torino, anche grazie a una documentazione inedita. Una produzione in costume ad alto budget, si parla di 5 milioni di euro, prodotta da Casanova Entertainment per la regia di Maurizio Zaccaro, in onda il prossimo autunno con protagonista l’attore tedesco Johannes Brandrup.
Nella cornice degli anni ‘80, Giulia Canella, interpretata da Gabriella Pession, ricorda a colpi di flashback: dall’arresto, nel marzo 1926, di un uomo colpito da amnesia che sta tentando di rubare nel cimitero al ricovero nel manicomio di Collegno; dalle foto in cui lei crede di riconoscere il marito, professore e valoroso ufficiale disperso in guerra, alla lettera anonima inviata alla Questura di Torino che afferma che lo smemorato è invece il tipografo torinese Mario Bruneri, pregiudicato; dai lunghi processi alla sentenza: l’uomo è Bruneri, non il professor Canella. Infine la «fuga» in Brasile con la moglie e la morte a Rio nel ‘41. Una storia intrisa di un interesse morboso per l’epoca, alimentato dal fatto che una borghese viveva more uxorio con un uomo che per lo Stato non era suo marito. Il caso ritornò d’attualità nel ‘70, quando la chiesa precisò di riconoscere nello sconosciuto Canella: la signora Giulia tornò così a essere la moglie legittima.
Nel cast anche Lucrezia Lante della Rovere, Giuseppe Battiston, Franco Castellano, Fabrizio Contri, Paolo Rossini, Maurizio Marchetti.
font la stampa
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